La grappa Esprint di Pauillac delle distillerie Poli si candida a diventare l´acquavite più prestigiosa di tutti i tempi.

Mai, ad oggi, sono state utilizzate le vinacce di Chateau Lafite, il vino più costoso del mondo, per fare la grappa.

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Si candida a diventare l´acquavite più prestigiosa di tutti i tempi. Mai, ad oggi, sono state utilizzate le vinacce di Chateau Lafite, il vino più costoso del mondo, per fare la grappa.

Mai, prima che la perseveranza di Jacopo Poli, che per oltre dieci anni ha incalzato il barone Eric de Rothschild, produttore dello Chateau, per farsi vendere le vinacce, venisse premiata.

Racconta lo stesso Jacopo come è nata questa grappa ormai leggendaria, presentata al pubblico in questi giorni.

«Nel giugno del 1995, durante un viaggio a Bordeaux – racconta Jacopo Poli titolare insieme al fratello Andrea della distilleria di Schiavon – conobbi il barone, e nelle sue cantine di Pauillac assaggiai per la prima volta il premier cru di Chateau Lafite. Mentre lo annusavo, pensavo a quale grappa sarebbe potuta scaturire dalle vinacce di questo vino.

Venni a sapere che quelle “sarpe” venivano portate nell´unica enorme distilleria del bordolese per farne alcool per uso industriale».

Per Poli, sprecare in quel modo un tale ben di Dio era peccato mortale.

«Da allora il sogno di distillare le bucce dell´uva da cui si produce il vino più blasonato del mondo non mi ha abbandonato – continua – Ogni due anni mi recavo dal barone per chiedergli la vinaccia, finché nel giugno del 2007 finalmente mi rispose “Oui”».

Da lì il passo per mettersi all´opera è stato brevissimo, tanto che già nell´ottobre dello stesso anno Poli ha messo in alambicco le vinacce, dando vita alla prima annata di quell´acquavite.

Un´annata che da allora è stata fatta riposare in 11 barrique diverse: cinque botti nuove, cinque “da vino”, ovvero arrivate direttamente dalle cantine di Rothschild, con i residui aromatici dello Chateau ancora intrisi nel legno, e una “da camper”.

Sì, perché una botte “da vino”, Poli se l´è portata a casa da Pauillac proprio con il camper, in modo da diminuire i tempi di trasporto e mantenere più a lungo al suo interno le proprietà del Lafite.

Ciascuna delle barrique ha dato quindi origine ad una acquavite con qualità sensoriali differenti. E qui è iniziato il gioco: il “gioco della cuvée”.

Nel corso del 2013, infatti, 40 gruppi composti ognuno da ottanta assaggiatori, tra cui sommelier, clienti della Poli e ristoratori, si sono sfidati durante cinque incontri in giro per le distillerie di tutta Italia per proporre la migliore cuvée, assemblando tra loro le acquaviti delle diverse barrique.

In ogni incontro, la giuria, composta da Jacopo, suo fratello Andrea e il tecnico Roberto Minozzo, ha scelto la cuvée migliore, cosicché alla fine sono rimaste in gara soltanto cinque acquaviti.

Lunedì 28 ottobre è andata in scena la finalissima.

«L´obiettivo è di dare un´immagine ancora più internazionale alla grappa – spiega Poli – Uscire dai confini del provincialismo, per abbracciare una dimensione internazionale, può portare soltanto vantaggi. Non si tratta di perdere la tradizione, ma semplicemente di innovarla».

I componenti dei gruppi vincitori hanno partecipato a Schiavon alla degustazione conclusiva, nella quale hanno stabilito la gradazione del loro preparato, da un minimo di 38 gradi ad un massimo di 57.

Terminato il “gioco”, le cinque acquaviti sono state presentate alla giuria, che ha decretato la vincitrice assoluta, chiamata “Esprit de Pauillac”.

La scelta è ricaduta su un´acquavite di 46 gradi, invecchiata per il 40,4% in botti nuove e per il 59,6% in botti che precedentemente avevano contenuto lo Chateau Lafite.

La grappa Esprit de Pauillac viene commercializzata a partire dal’ottobre 2016 ed il successo è mondiale.

Le poche bottiglie disponibili sono subito esaurite… un successo annunciato!!!