Nascono e vengono proposti nuovi distillati ad alcol Zero o con un basso contenuto d’alcol.

Sintomo, quest’ultimo, di un pubblico attento alla salute, al proprio benessere ed orientato a spendere qualcosina in più per bere bene e di qualità.

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La nuova tendenza nell’industria delle bevande e soprattutto tra i distillatori artigianali si chiama “non alcoholic distilled spirits”.

In altre parole: distillati senza alcool. Ma da dove viene questo nuovo movimento e perché ci sono già molti appassionati?

I distillati e gin a zero alcol, non sono solo la moda del momento, da non far mancare nei party di tendenza, ma con i loro gusti e profumi, riescono a soddisfare i palati più esigenti, mantenendo benefici per la salute del corpo e della patente..

Sober curious – sobrio, ma curioso

Niente alcol ma ancora di buon umore: Sober curious – sobrio e curioso, così raccontavano gli antichi filosofi romani.

Il termine per le bevande analcoliche è stato creato negli USA nel 2018.

“Sober Curious” si traduce come “sobrio ma curioso” e descrive un concetto che riconfeziona e rimette in scena la sobrietà e una vita senza alcool con emozionanti ingredienti mocktail e hashtag casual Instagram.

A New York, le feste della sobrietà e i bar dove non ci sono alcolici celebrano il non bere e la vita senza sbornie la mattina dopo. La tendenza si sta già facendo sentire nel Regno Unito, in Italia ed in tutta Europa.

Per motivi di stile di vita, una società orientata alla performance e la voglia di vivere in modo sano, i distillati analcolici stanno guadagnando sempre più sostenitori.

Ci si aspetta che questa tendenza del distillato Alcol Zero, continui, poiché la gente vuole continuare ad andare nei bar alla moda e a gustare un cocktail, ma in una forma diversa rispetto a prima.

La produzione di distillati senza alcool

Perché parliamo di distillati senza alcol e non di liquori senza alcol?

Il motivo è semplice: perché gli “alcolici”, per definizione, devono contenere almeno il quindici per cento di alcol, mentre i liquori hanno tenori alcoolici più bassi.

Il termine distillato, invece, si riferisce solo al vapore condensato che gocciola in un alambicco.

Per dirla in maniera grossolana: un’acqua alle erbe del distillatore.
Fondamentalmente, la produzione di distillati senza alcool non si differenzia molto dai distillati ricchi di alcool.

Per esempio, un gin viene prodotto come un normale gin: Alcuni aromi, come quelli degli agrumi, sono molto solubili in acqua, mentre altri, come le bacche di ginepro, non sono solubili in acqua.

In questo caso, gli aromi vengono estratti dal ginepro con olio e zucchero come fase intermedia e poi aggiunti nuovamente all’acqua.

Poi il prodotto intero viene distillato e conservato.
Per sostituire l’alcol mancante, è necessario dare degli stimoli gustativi decisi.

Pertanto, le spezie forti sono usate molto.

Quali distillati senza alcolici sono disponibili?

In Italia questa tendenza è ancora agli inizi.  Attualmente abbiamo aperto un negozio online dove trovare distillati, gin e bitter a zero alcol o a basso tenore alcoolico per le vostre feste.

Una prima apparizione di distillato analcolico è stato il famoso bitter Monin. Bitter amaro molto simile a bitter Campari ma completamente analcolico.

Poco conosciuto ma eccellente e vi posso assicurare che con soda oppure shekerato con un goccio di gin può confondere tutti gli appassionati del famoso aperitivo milanese il Campari!

Ulteriore pioniere della tendenza alla diminuzione della dose alcolica dei cocktail è Hayman’s small Gin di cui abbiamo parlato diffusamente in un precedente articolo.

Altro pioniere globale è “Seedlip”, che è stato il primo a lanciare i distillati analcolici nel 2016. Distillati da verdure e frutta sono perfetti per i drink estivi.

Molti produttori di distillati analcolici si basano sul principio dell’”omissione”: niente alcol, niente zucchero e niente conservanti.

Questo è un buon concetto, ma significa anche che la durata di conservazione delle bottiglie aperte è molto breve. Qui si parla di due o sei settimane ed era il problema di Seedip.

 

A questo problema si è risolto con l’aggiunta di una piccola parte di alcol naturale. Parliamo di un valore alcolico in percentuale pari a 0,5 circa.

Ciò permette la conservazione ma nel contempo dona struttura e lunghezza ai distillati a zero alcol. Un esempio ben riuscito è Atopia.

Atopia è un distillato naturale di arancia, ginepro, coriandolo, radice di angelica e limone che si colloca nella famiglia degli ultra-low alcohol spirits con solamente lo 0,5% di gradazione alcolica.

Atopia è stato creato da Lesley Gracie, premiato Master Distiller della William Grant & Sons, la stessa che ha inventato gin Hendrick’s, con l’intento di creare un profilo aromatico accessibile, ma speciale per elevare ciascuna esperienza gustativa.

Lesley Gracie, conferma che le prime esperienze mostrano che c’è interesse per il mercato, ma che è ancora estremamente importante introdurre i consumatori all’argomento: “Vediamo il gruppo target soprattutto in persone che si comportano in modo consapevole e che sono anche riluttanti a consumare alcolici, ma che vorrebbero comunque concedersi una bevanda un po’ più speciale. Questo vale in particolare anche per le persone che devono ancora guidare, le donne incinte ma anche per le persone che vogliono semplicemente evitare l’alcol.
“Attualmente stiamo ancora sviluppando altri distillati analcolici, ma non vogliamo ancora rivelare troppo. Siamo entusiasti per Atopia, di quest’ultima innovazione e faremo sicuramente un tentativo per stupire gli appassionati!”